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BIOGRAFIA DI RAFFAELE BRATTOLI - A cura del giornalista Maurizio Zanoni
Come Raffaele Brattoli ce ne sono pochi. È una di quelle rare persone abituate a non mollare mai. Neanche di fronte agli ostacoli che si mostrano insuperabili. Quando tutto va per il verso contrario e gli altri sono dunque pronti a gettare la spugna lui resiste, stringe i denti e continua. Qualunque sfida essa sia, che abbracci il mondo del podismo estremo, della beneficenza oppure semplice vita quotidiana.
La sua storia è quella di un uomo, apparentemente come tanti altri, che ha fatto della tenacia il suo punto di forza. Raffaele Brattoli non ha capacità sovrumane, eppure ha saputo sfruttare appieno quello che la natura gli ha donato per compiere cose straordinarie. Inimmaginabili ai più. Da runner estremo quale è, della solida classe del '55, inerpica, appena riesce, i suoi passi su ripide mulattiere o li affonda tra le sabbie di aridi deserti, senza sdegnare fitte foreste e nevi perenni.
Così ha finito per correre in lungo e in largo anche più di 100 chilometri al giorno, sotto i cieli di innumerevoli paesi, prendendo parte alle competizioni più proibitive di sempre come la Marathon des Sables nel Sahara, l’ultratrail nell’isola Reunion in Madagascar o The last desert Antartica, che si tiene tra i ghiacci dell'Antartide. Dall'anno 2000, momento in cui ha abbracciato intimamente la corsa, con la maratona di New York, Raffaele Brattoli ha consumato 140 paia di scarpe su circa 160mila chilometri. Detta in altri termini, ha coperto quattro volte la circonferenza della terra.
In queste lunghissime percorrenze ha avuto modo di conoscere mondi a lui sconosciuti. Lontano da casa ha incontrato nuove genti, calpestato terre estranee, percepito altri odori. E poi gli occhi, che hanno scrutato realtà inedite, talvolta purtroppo poco piacevoli. In quei luoghi, così diversi, scortato dal solo zaino e dal suo respiro, ha compreso l'essenza e l'importanza di un gesto. Negli angoli dimenticati dal mondo ha scorto popolazioni allo stremo delle forze e in completa povertà, dove la morte fa visita ogni giorno e i bambini sono privati degli elementi basilari per crescere e divenire adulti, a partire dall'assenza di acqua potabile.
Dinnanzi a tali situazioni, infami e ingiuste, si è attivato. Alle gare podistiche sono state quindi affiancate iniziative umanitarie. Nello specifico Raffaele Brattoli, in molteplici occasioni, si è speso a favore dell'installazione di pozzi d'acqua in Africa, raccolte fondi per patologie di una certa gravità e persone disabili. Non è raro, infatti, vederlo spingere carrozzelle in speciali appuntamenti di corsa, su cui siedono giovani che altrimenti non potrebbero mai raggiungere il traguardo. Per un momento lui sceglie di diventare le loro gambe, quelle che loro non hanno mai avuto o per qualche motivo non possono usare.
E dopo tanti anni al servizio degli altri Raffaele Brattoli ha deciso di fare sul serio: nel mese di settembre ha fondato la Charity in the World, una onlus con cui distribuire aiuti incondizionati a chi ne ha bisogno.

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